(Carrara 1770-Roma 1812)
Il gruppo conservato in Accademia venne presentato da Pietro Finelli in occasione del Concorso Balestra del 1801. Il soggetto proposto da Vincenzo
Pacetti, principe dell’Accademia, era tratto dalle Metamorfosi di Ovidio. Al concorso partecipò, come unico altro concorrente, Giuseppe Pacetti, figlio del noto scultore e nipote di Camillo, entrambi accademici. Canova, da poco entrato in Accademia, avanzò dubbi sulla regolarità della procedura concorsuale, visto che lo Statuto dell’istituzione vietava espressamente ai familiari di suggerire i soggetti e giudicare le opere. Dopo una disputa interna all’Accademia, Finelli risultò vincitore del concorso, essendo stato considerato il suo gruppo migliore per composizione ed espressione.
La figura possente di Ercole appare fusa a quella di Dejanira coperta da una leggerissima veste, mentre il centauro abbattuto, che la coppia noncurante scavalca, sembra stato inserito soltanto per adempiere al bando di gara.
Pietro Finelli, giunto a Roma all’ inizio del secolo, nel 1801 era già artista di fama, avviato alla professione dal padre Vitale, che fu uno dei primi insegnanti di scultura all’Accademia di Carrara, inaugurata nel 1770, e allievo di Charles Antoine Bridan all’Académie Royale di Parigi. Entrò alla San Luca il 7 marzo 1808 insieme al celebre scultore Thorvaldsen, presentando in quell’occasione il modello di una Psiche.
Valeria Rotili