Galleria
Il 16 maggio 2025 la Galleria accademica riapre al pubblico con un rinnovato progetto espositivo
Il nuovo allestimento è incentrato sul nucleo principale della collezione dell’Accademia formatosi nei secoli attraverso donazioni e lasciti testamentari da parte degli artisti del sodalizio, dei loro eredi o di eminenti personalità e collezionisti che hanno accompagnato, e ancora oggi accompagnano, il corso della sua storia
SALA I → È qui esposto uno dei sei volumi di incisioni che Giovan Battista Piranesi (1720–1778) donò all’atto di nomina ad Accademico (1761) insieme al busto che lo scultore inglese Joseph Nollekens (1737-1823) dedicò all'architetto e incisore veneto
SALA II → In questa sala è esposta una selezione di opere donate in diversi momenti, in vita o per via testamentaria, da accademici o mecenati. Diversi sono i lasciti qui testimoniati, tra i più recenti il legato Maurice Dumarest (1913) e il lascito di Michele Lazzaroni (1935). Presenti anche opere appartenenti al lascito Pellegrini, pittore veneziano attivo tra XVIII e XIX secolo e ai lasciti Ferrata e Cavaceppi. Opere di Giovan Battista Piazzetta, Michael Sweerts, Bronzino, Alessandro Algardi, Gian Lorenzo Bernini, Cavalier d'Arpino, Anton van Dyck, Peter Paul Rubens, Domenico Pellegrini
SALA III → Questa sala è interamente dedicata al lascito Fabio Rosa (1681-1753), contabile dell’amministrazione pontificia ed eccentrico collezionista della Roma di primo Settecento che alla propria morte donò all’Accademia di San Luca oltre 180 tele «in gratitudine per la memoria» del padre Francesco, pittore e accademico. Si possono ammirare opere di Salvator Rosa, Carlo Maratti, Giovanni Battista Gaulli, Giovanni Paolo Panini, Sebastiano Conca, Benedetto Luti e ben venti quadri di Jan Frans Van Bloemen, detto l’Orizzonte, l’artista più rappresentato in collezione
SALA IV → Si trovano qui alcune opere particolarmente significative nella storia dell’Accademia di San Luca. Il Putto reggifestone attribuito a Raffaello entrò nelle collezioni accademiche nel 1834, grazie al lascito testamentario del pittore Jean-Baptiste Wicar. A Raffaello si deve anche la pala raffigurante San Luca che ritrae la Vergine, in sala affiancata alla copia eseguita nel 1623 da Antiveduto Gramatica. Gli altri dipinti in sala provengono invece dal “gabinetto riservato” della Pinacoteca Capitolina dove rimasero fino al 1836, quando furono donati all'Accademia di San Luca per scopi didattici. Opere di Benedetto Luti, Cavalier d'Arpino, Palma il Giovane
SALA V → In questa sala è esposta una selezione della ricca collezione accademica di disegni di architettura. Al pari della pittura e della scultura l’architettura veniva insegnata in Accademia attraverso diverse discipline, ma indubbiamente occasioni speciali di sperimentazione erano i concorsi destinati ad architetti provenienti da diversi Paesi. Nella collezione di disegni costituiscono inoltre nuclei di particolare rilievo le raccolte di elaborati afferenti a singoli architetti che, per volontà personale o degli eredi, hanno scelto di consegnare all’Accademia la propria opera. Per la fragilità degli elaborati, le opere subiranno frequenti rotazioni
SALA VI → La fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento segnano una fase di profondo rinnovamento per l’Accademia di San Luca. Sono qui conservate opere dei concorsi Balestra (istituiti dal 1768) e opere che ricordano gli anni in cui Canova fu principe dell'Accademia e promotore di una profonda riforma didattica, riorganizzando l’insegnamento e incentivando la ricerca artistica attraverso nuovi concorsi. La sala ospita opere che documentano la ricchezza espressiva e la varietà culturale dell’epoca, con nomi quali Francesco Hayez, Andrea Pozzi, Joseph Chinard, Vincenzo Camuccini e Jean-Baptiste Wicar . Completano il percorso numerosi ritratti e autoritratti, testimonianza della consuetudine accademica di donare la propria effige. Tra questi emergono anche volti femminili, segno della crescente – seppur difficile – partecipazione delle artiste alla vita culturale dell’istituzione.
GIPSOTECA → La Gipsoteca accoglie una delle raccolte più emblematiche dell’istituzione: una selezione di gessi originali che documentano l’attività plastica di maestri come Antonio Canova, Bertel Thorvaldsen, Mathieu Kessels e Pietro Tenerani. Doni o lasciti degli stessi artisti al momento della loro accoglienza in Accademia, i gessi assumono qui un valore di testimonianza critica, rivelando continuità e trasformazioni del linguaggio scultoreo neoclassico. La gipsoteca, nata con una funzione formativa basata sull’imitazione dell’antico, è oggi considerata, dopo la rivalutazione critica del secondo Novecento, un deposito di memoria formale, capace di restituire, tramite i calchi, l’essenza originaria delle opere in marmo e bronzo, valorizzandone al contempo gli aspetti estetici, documentari e didattici. Questo ambiente mantiene prevalentemente l'impostazione del precedente allestimento
Il progetto espositivo è stato curato da Serenita Papaldo, Soprintendente alla Galleria, e da Fabrizio Carinci
La disposizione delle opere nelle sale della Galleria può subire momentanei cambiamenti dovuti a prestiti o all'allestimento di esposizioni temporanee
La prima conformazione della Galleria a Palazzo Carpegna, dove l'Accademia si trasferisce nel 1934, era basata sul modello delle tradizionali esposizioni di collezioni artistiche. Rifletteva, di fatto, l'impostazione degli spazi espositivi presenti nella storica sede di via di Bonella
dal 16 maggio 2025
martedì-venerdì 15.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
sabato 10.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
chiuso domenica e lunedì
Per prenotare inviare una mail a prenotazioni@accademiasanluca.it
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