(Venezia 1791 – Milano 1882)
Allievo prediletto di Ludovico Cicognara, presidente dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, il giovane talentuoso Francesco Hayez venne da questi segnalato ad Antonio Canova, al tempo sovrintendente all'Accademia di San Luca. Grazie al suo interessamento, e alla vittoria di una borsa di studio quadriennale, Hayez nel 1809 giunse a Roma, dando così avvio alla sua brillante carriera. Da allora si susseguirono i riconoscimenti e le opportunità professionali. È del 1813 la partecipazione al "Concorso dell'anonimo" bandito dall'Accademia di San Luca. Dietro l'anonimo benefattore, "disposto a pensionare un giovane di scelti talenti e costumi", si celava proprio Antonio Canova, divenuto ora Principe dell'Accademia, che nel 1812 aveva istituito il premio riservato esclusivamente a giovani artisti, italiani o stranieri, mettendo a disposizione due sostanziose borse di studio, per la pittura e per la scultura. Il tema per quella edizione del concorso, a cui i giovani partecipanti venivano invitati dai professori accademici, era "un nudo dipinto della grandezza del vero". Hayez dipinge l'Atleta trionfante, una tela in cui l'artista dimostra la propria capacità di unire la lezione aulica dell'antico con la grazia eroica canoviana, in una accademica interpretazione del nudo. Nello specifico, Hayez desume la posa classicamente armoniosa dell'Apollo del Belvedere con il filtro della più placida fierezza del Perseo di Canova. La posa altera del giovane discobolo venne particolarmente apprezzata dalla giuria, presieduta da Canova, che, proprio per la "bella resa della mossa", gli assegnò il primo premio, malgrado qualche commissario avesse espresso perplessità circa la "innavertenza ne' capelli nelle gambe e nel capo" e l'aspetto generale forse stato considerato troppo poco "atletico". Per Hayez questa fu la prima importante occasione in cui cimentarsi con il grande formato della tela e con la scala al naturale, precedentemente sperimentata solo parzialmente nel Paride (1811), opera in cui la figura del giovane personaggio omerico, limitata alla dimensione del solo busto, rispettava nelle proporzioni le misure reali di una figura umana.
Entrata subito a far parte delle collezioni accademiche, la tela dell'Atleta è stata per lunghi anni modello per gli allievi dell'Accademia. Poco dopo la sua realizzazione, per pudicizia vene apposta una foglia di fico, poi rimossa durante l'ultimo restauro avvenuto nel 2003.
Francesca Ruggiero
Bibliografia essenziale
F. Mazzocca, Francesco Hayez: catalogo ragionato, Milano 1994, pp. 14-24, 126-128, 130.
F. Hayez, Le mie memorie, a cura di F. Mazzocca, Vicenza 1995, p. 82.
Francesco Hayez, a cura di F. Mazzocca, catalogo della mostra (Milano), Cinisello Balsamo 2015, pp. 86-87 (F. Catra).
Spartaco. Schiavi e padroni a Roma, a cura di C. Parisi Presicce e O. Rossini, catalogo della mostra, Roma 2017, p. 220 (S. Guarino).
La riproduzione digitale del dipinto è stata eseguita con il contributo della Regione Lazio, Direzione Cultura e Lazio Creativo, Area Servizi Culturali e Promozione della Lettura, L.R. n. 24/2019, Piano 2022