Autoritratto
Autore
Giuseppe Cades
(Roma 1750- 1799)
Tecnica
olio su tela
Dimensioni
cm 66 x 50
Provenienza
dono degli eredi
Iscrizioni
in basso: GIUSEPPE CADES Pitt.re Rom.o 1786
Inventario
467

Il pittore romano Giuseppe Cades si distinse per l’estrosa versatilità e per il precoce talento che gli valse, quando aveva appena dodici anni, il secondo premio nella terza classe di pittura del Concorso Clementino del 1762. Pochi anni dopo, si classificò al primo posto nella seconda classe di pittura nell'edizione del Concorso Clementino del 1766, con un disegno che affermava la propria libertà d’ispirazione e indipendenza dalle indicazioni del viterbese Domenico Corvi, suo unico maestro, che per questo lo congedò irreversibilmente dalla sua bottega. 
Sebbene nei primi anni della sua difficile carriera il giovane pittore si fosse mantenuto come disegnatore e copista, in particolare di Michelangelo e Raffaello, che imitò fino al plagio, nell’arco della sua breve vita (si spense a soli quarantanove anni) svolse un’intensa attività rivolgendo la sua produzione a temi religiosi, storici e mitologici, nonché ai ritratti, illustrazioni e scene di genere. Animato da una forte sensibilità verso l’antico, ravvisabile nello studio della tradizione italiana, soprattutto cinquecentesca e seicentesca, Cades tuttavia non si sottrasse alle nuove tendenze provenienti dai maestri nordici, attivi a Roma alla fine del Settecento. 
Saggio del suo personale eclettismo è l’Autoritratto donato nel 1800 all’Accademia di San Luca dalla vedova del pittore. L’anno “1786”, posto in basso a destra, in riferimento al suo ingresso come accademico nell’istituzione romana, è considerato da Maria Teresa Caracciolo un’integrazione successiva. Secondo la studiosa, la tela ci restituisce un’immagine di Cades ventisettenne, anticipando così la datazione tra il 1775 e il 1780. Distratto dalla lettura, l’effigiato rivolge allo spettatore uno sguardo fiero e intenso: a fargli da cornice sono la folta chioma che scende sulle spalle e la manica rigonfia del costume cinquecentesco che irrompe, con spiccato virtuosismo, al di là del davanzale. Il pittore sottolinea la tensione emotiva con originalità compositiva e fugaci pennellate dai toni bruni e azzurri, percorsi da tocchi di bianco, anticipando così un gusto permeato di accenti preromantici.

 

Valentina Oodrah

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