Figura allegorica di Fiume
Autore
Jean du Boulogne detto Giambologna
(Douai 1529 - Firenze 1608)
Data
1570 circa
Tecnica
terracotta
Dimensioni
cm 42 x 28 x 20
Provenienza
dono di Bartolomeo Cavaceppi, 1794
Inventario
57

Già considerata opera di Niccolò Tribolo e messa in relazione ad una versione bronzea conservata allora presso la collezione romana del conte Stroganoff, questa piccola terracotta fu attribuita per ragioni stilistiche al Giambologna da Albert E. Brinckmann, il quale propose di considerarla preparatoria per uno dei Fiumi della fontana dell’Isolotto nel Giardino fiorentino di Boboli. Contribuisce ad avvalorare l’ipotesi attributiva e a circoscrivere la cronologia della scultura tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta del XVI secolo il confronto con gli studi preparatori per la villa di Pratolino. D’altra parte, non è da escludere che l’opera sia una prima idea per il Mugnone della villa Medicea, come sembrerebbe suggerire un disegno degli Uffizi di Giambologna e Buontalenti.  La figura è immortalata nel momento in cui sta sollevandosi facendo perno sul cippo posto alla sua sinistra. Nonostante le piccole dimensioni, Giambologna ha dedicato grande attenzione alla rappresentazione della muscolatura e del volto. Il movimento del corpo in torsione è suggerito anche dalla barba fluente, sospinta dall’improvviso scatto dell’uomo. Il soggetto, peraltro, fornì allo scultore occasione di confrontarsi con il tipo “all’antica” della figura reclinata, valendosi dell’esempio già sperimentato, tra gli altri, da Michelangelo per la figura di Fiume prevista in un primo tempo per le Tombe Medicee. Del resto, nonostante già in patria avesse avuto verosimilmente occasione di aggiornarsi sulla cultura figurativa italiana, Giambologna intraprese il viaggio alla volta della penisola «desideroso di veder le cose d’Italia». Dopo un soggiorno romano dai contorni ancora piuttosto nebulosi, dal 1556 egli si stabilì per sempre a Firenze, divenendo un punto di riferimento per i numerosi artisti stranieri presenti in città, pur non ottenendo mai la cittadinanza fiorentina e rivendicando sempre con orgoglio le proprie origini nordiche. Giambologna fu tra gli artisti “europei” più significativi, godendo in vita di una straordinaria fortuna internazionale, non soltanto assolvendo a numerose committenze granducali, ma anche soddisfacendo le richieste di regnanti e collezionisti dal gusto sofisticato, che riconoscevano nella scultura “in piccolo” e nei bronzetti il suo apice. Già Vasari, nella seconda edizione delle Vite, aveva definito il fiammingo «molto in grazia de’ nostri Principi per sue virtù», menzionando tra l’altro la sua versatilità nel cimentarsi nelle più disparate tecniche artistiche. La Figura allegorica di Fiume fu donata nel 1794 all’Accademia di San Luca da Bartolomeo Cavaceppi, la cui celebre collezione, per sua stessa volontà, fu ereditata dall’istituzione romana. La presenza di un’opera di uno dei campioni della Maniera nella raccolta di Cavaceppi non suscita stupore, considerato il proposito del restauratore di creare un’Accademia privata: la formazione dei giovani scultori avrebbe potuto giovarsi non solo delle testimonianze dell’antico ma anche dell’esempio dei grandi maestri del passato. I recenti restauri, infine, hanno evidenziato la qualità del modellato e la raffinata capacità del Giambologna di lavorare le superfici.

Michela Corso

condividi