Il Ritratto della madre, esposto nell’ampia retrospettiva dedicata all’artista alla Biennale di Venezia del 1954, è un quadro realizzato a ridosso de La visita (1922-1927) capolavoro della prima stagione matura dell’artista a inizio anni Venti. Nell’importante tela del Museo del Novecento, infatti, l’artista ha ritratto l’anziana madre seduta accanto a una grande finestre che apre sul paesaggio del Monte Compatri, in compagnia della sorella del pittore, Giulia, appena sopraggiunta che ancora indossa soprabito e cappello, riecheggiando il tema sacro della Visitazione. Testimonianza di un momento fortemente ispirato alla pittura del Quattrocento, entrambe le tele di Guidi sono caratterizzate da una forte luce laterale naturale, che ne La visita entra dalla grande finestra, tornendo i volumi e accentuandone l’astratta purezza e semplificazione geometrica. Pur senza rinunciare alla fedeltà fisionomica, caratterizzando il volto dell’anziana donna con lineamenti segnati e un po’ scavati, Guidi ha infatti dato al volto una sobrietà di resa plastica debitrice di un maestro del passato che ha grande fortuna proprio all’inizio degli anni Venti: Piero della Francesca. Da quel modello, probabilmente, deriva non solo la semplificazione ieratica della figura, chiusa nella vestaglia color cammello e nella cuffia scura come un’aureola, ma anche l’impostazione frontale del ritratto tagliato un po’ sopra la vita in modo da includere le braccia, ma in una posa in cui Guidi riesce a coniugare moduli di arcaica compostezza e un approccio accostante al modello. Se la voluta riduzione dei partiti di luce e di ombra dichiara l’adesione a motivi del cosiddetto “ritorno all’ordine” e il recupero di una figurazione solida e compatta, Guidi al tempo stesso tratta il soggetto con una sobrietà domestica che ne fa un’icona di velato verismo. 

Luca Pietro Nicoletti

Bibliografia essenziale
F. Bozzotto, D. Marangon, T. Toniato, Virgilio Guidi. Catalogo generale dei dipinti, 3 voll., Milano 1998, 4, n. 1923, p. 105.