Santa Teresa trafitta da un serafino
Autore
René-Michel (detto Michel-Ange) Slodtz
(Parigi 1705-1764)
Data
1738
Tecnica
terracotta
Dimensioni
cm 70 x 57
Provenienza
dono dell'autore, 1741
Inventario
52

Nel 1741, su proposta del pittore Sebastiano Conca, René-Michel Slodtz venne eletto membro di merito dell’Accademia di San Luca e seguendo la prassi dell'istituzione fece dono di una sua opera in terracotta rappresentante Santa Teresa trafitta da un serafino. Slodtz ricevette la sua prima formazione presso la bottega del padre Sébastien, diventando il più illustre esponente di una dinastia di artisti al punto che i colleghi lo soprannominarono a vita Michel-Ange. Brillante studente all’École de l’Académie Royale, ottenne diversi riconoscimenti (1722, 1723, 1724), fino a guadagnare, a seguito del Grand Prix la nomina a pensionnaire a Roma, dove arrivò nel 1728 e vi rimase fino al 1743. Nella città eterna ebbe notevole successo, come testimoniano le sue opere pubbliche quali il San Bruno in San Pietro e la Tomba del marchese Capponi in San Giovanni dei Fiorentini. L’opera donata come pièce de réception era il modello per il marmo posto sulla parete destra della cappella dedicata a Santa Teresa d’Avila in Santa Maria della Scala, di fronte al rilievo di Filippo della Valle raffigurante Santa Teresa in estasi. I lavori di rinnovamento della chiesa in onore della santa protettrice dell’ordine dei Carmelitani Scalzi iniziarono nel 1734 e si conclusero, con la visita di Benedetto XIV nel 1745. Il riferimento iconografico più evidente è senza dubbio il gruppo di Santa Teresa di Bernini in Santa Maria della Vittoria. Nella terracotta la posizione della santa quasi distesa, con gli occhi socchiusi, occupa il primo piano dell’altorilievo; mentre il cherubino, alle spalle della protagonista alza il braccio per trafiggerla con il dardo. A differenza del Bernini la santa è qui rappresentata con elementi che rimandano alle sue attività terrene, come il libro e l’inginocchiatoio che riconducono l’esperienza mistica della santa ad un contesto reale. L’opera rende evidente come Slotdz sia stato capace di rievocare il celebre modello berniniano reintepretandolo e  mitigandone l’esuberanza in funzione di un “maggior realismo logico”, come messo in evidenza da M.G. Barberini. Questa terracotta ebbe una discreta fortuna all’interno dell’istituzione poiché fu esposta come ricordano gli Inventari del 1756 e del 1807 nella “Stanza dei modelli”. Non è forse un caso che proprio nel medesimo 1738 in cui Slodtz ha eseguito la Santa Teresa  sia stato assegnato per l’ultima volta come tema del Concorso Clementino la copia del Nettuno col Tritone di Bernini di Villa Negroni.

Valeria Rotili

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