NEL SEGNO DI GIANO

La donazione Gian Enzo Sperone

catalogo della mostra di presentazione

ISBN 978-88-97610-41-0

Il volume può essere acquistato direttamente presso il bookshop-portineria dell'Accademia Nazionale di San Luca 
o può essere richiesto inviando una mail a: amici@accademiasanluca.it 

 

“Non accadeva dal 1934 – scrive nel suo testo introduttivo Gianni Dessì, curatore con Federico De Melis della mostra di presentazione della donazione Gian Enzo Sperone – che l’Accademia ricevesse donazioni di opere importanti di diversi artisti. Il barone Michele Lazzaroni, figura controversa, donò insieme ad altri quadri il Giuditta e Oloferne di Giovan Battista Piazzetta, esattamente cento anni dopo che Jean-Baptiste Wicar, illustre accademico pittore, aveva lasciato il Putto reggifestone di Raffaello. Passati quattro anni, nel 1838, Domenico Pellegrini, anche lui accademico pittore, lasciò diversi suoi dipinti e la collezione messa insieme con dedizione, comprendente opere di Rubens, van Dyck, Canaletto. Tutti presero probabilmente spunto da quanto in precedenza aveva fatto Fabio Rosa, che di dipinti ne aveva donati 180 nel 1753, tra cui svariati Jan Frans van Bloemen, Caspar van Wittel, Rosa da Tivoli, Pier Francesco Mola e molti altri. D’altronde donare era pratica corrente da parte degli accademici, che segnavano e riaffermavano così il loro ingresso in Accademia. Formidabili i lasciti di Pietro da Cortona, Antonio Canova, Bertel Thorvaldsen, Giovan Battista Piranesi, Vincenzo Pacetti. Ora è la volta di Gian Enzo Sperone che, figura di primissimo piano nel panorama contemporaneo, attraverso le sue gallerie di Torino, Milano, Roma e New York ha influito in maniera determinante sull’affermazione dell’arte italiana nel contesto nazionale e internazionale. Dai primi anni Sessanta a oggi, moltissime le mostre organizzate, svolte e patrocinate nella sua infaticabile veste di appassionato cultore, mercante e collezionista. L’Accademia Nazionale di San Luca è lieta e riconoscente per essere stata scelta come luogo dove lasciare traccia di una passione per l’arte, sia come intima risorsa personale, spirituale, sia come imprescindibile veicolo di crescita civile".

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