intervengono
Hans Ibelings, Michael Meredith, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Pier Paolo Tamburelli
modera
Valerio Paolo Mosco
Utilizziamo più o meno comunemente l’aggettivo “poetico” anche per le opere di architettura. Sul significato del termine l’accordo tuttavia è labile, spesso sottinteso, difficilmente esplicitato, come se il tema stesso fosse pericoloso. L’interpretazione, quando si tratta di poeticità, si ferma infatti il più delle volte ai passi iniziali, poi le metafore e le parafrasi tendono ad allontanarci dal nucleo della questione. La “poeticità”, come d’altronde il concetto di stile ad essa connesso, è uno dei criteri più spinosi per la critica, persino per la critica letteraria applicata alla poesia. Il punto è che quello che chiameremo il “giudizio poetico” è imprescindibile da un pensiero estetico a priori e a delle categorie a cui riferirsi. Poetico, se si crede ad esempio nella critica crociana, è allora una determinata espressione; se invece si crede nella critica marxista, alla Lukács o Adorno, sarà probabilmente un’espressione di tutt’altro genere. Non solo: se ci si riferisce alla critica crociana, più formale che contenutistica, il discorso sulla poesia diventa più che necessario, anzi essenziale; se si è invece marxisti, allora è messo in crisi lo stesso oggetto del dibattere.
Il convegno intende quindi essere un simposio tra diverse azioni e posizioni estetiche o concettuali. È allora chiaro che il discorso sulla poeticità in architettura assume anche il valore di un dispositivo per il confronto sui presupposti con cui si vedono e analizzano le opere, presupposti senza i quali la critica evapora nell’interpretazione casuale e, come tale, non lascia tracce.
da un’idea di
Valerio Paolo Mosco
comitato scientifico
Orazio Carpenzano, Francesco Cellini, Valerio Paolo Mosco, Franco Purini
Altri incontri previsti: 12 giugno, 11 ottobre e 8 novembre 2023
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti disponibili