in dialogo con Claudio Strinati e Marco Tirelli
È un fatto risaputo quanto poco Vasari apprezzasse la maniera di Giotto di dipingere gli occhi. Sebbene ne celebrasse l’arte in quanto arte degli affetti, malgrado lo straordinario dinamismo di alcune teste, la rappresentazione giottesca degli sguardi lo infastidisce. Il brano vasariano segnala la particolare maniera con cui Giotto rendeva, dipingendo, l’organo della vista e le sue peculiarità anatomiche (il bulbo oculare con le sacche lacrimali), senza nascondere una certa riserva rispetto al posto occupato, nella rappresentazione giottesca dei sentimenti, allo sguardo. La lacaniana “schize dell’occhio e dello sguardo” trova qui una delle sue prime paradossali premonizioni. È in questa luce che la conferenza si propone un’analisi attenta di una delle scene chiave della decorazione della Cappella Scrovegni di Padova.
Victor I. Stoichita (Bucarest 1949) è professore emerito dell’Università di Friburgo (Svizzera) e socio straniero dell’Accademia dei Lincei. Si è laureato in lettere moderne a Roma sotto la guida di Cesare Brandi e ha ottenuto il dottorato di ricerca e l’abilitazione alla ricerca alla Sorbona con una giuria presieduta da André Chastel. Ha svolto attività di insegnamento e di ricerca in varie università e istituzioni europee e americane (Bologna, Settignano, Madrid, Parigi, Harvard, Princeton, Washington, Santiago di Chile, Buenos Aires, Berlino, Bucarest, Kyoto). Nel 2014 ha occupato la cattedra del Museo del Louvre, nel 2016 la cattedra Panofsky del Zentralinstitut für Kunstgeschichte di Monaco di Baviera, nel 2018 la cattedra europea del Collège de France. Nel 2015 ha ricevuto il premio dell’Accadémie Française per il suo romanzo autobiografico Oublier Bucarest, tradotto in italiano nel 2022 presso Bordeaux Edizioni sotto il titolo Ritorno a Bucarest, e nel 2020 la Medaglia Martin Warnke e il premio della Fondazione Aby Warburg di Amburgo. I suoi studi di storia dell’arte, che si avvalgono dei più recenti contributi della semiologia, dell’antropologia dell’immagine e dell’estetica della ricezione, sono stati tradotti in una quindicina di lingue. In Italia sono disponibili molti suoi lavori: L’invenzione del quadro (1998), Breve storia dell’ombra (2000), L’ultimo Carnevale. Goya, De Sade e il mondo alla rovescia con Anna Maria Coderch, L’effetto Pigmalione (2006), Effetto Sherlock (2017) con la casa editrice il Saggiatore, Cieli in cornice (2003) con la Casa editrice Meltemi, L’immagine dell’altro (2019) per la casa Usher.
LA VISIONE è un ciclo di incontri organizzati dall'Accademia Nazionale di San Luca con personalità di spicco del mondo culturale e scientifico internazionale, invitate a raccontare il proprio particolare punto di vista sulla contemporaneità. Con LA VISIONE, l’Accademia vuole sottolineare la sua natura di laboratorio culturale, attento alle dinamiche del sapere contemporaneo, ed evidenziare come l’arte non sia estranea alle discipline della conoscenza ma anzi, come da esse tragga il proprio nutrimento.
VISIONE è, naturalmente, la principale modalità di percezione ed espressione delle arti figurative.
VISIONE è anche quella che ciascun individuo ha del mondo, della storia, della politica e della società, della scienza, della religione, e così via.
VISIONE è ancora tutto ciò che abbia la capacità di allargare e rinnovare i confini della mente.
VISIONE infine è, letteralmente, ‘apparizione’ intesa come il manifestarsi inaspettato del nuovo. Un miracolo laico che spetta in primis agli artisti e agli scienziati ma poi di fatto a tutti gli esseri umani.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti disponibili
Prenotazione obbligatoria via mail: prenotazioni@accademiasanluca.it
oppure 06.6798848 (portineria)
L’EVENTO E' STATO TRASMESSO IN STREAMING SUL CANALE YOUTUBE DELL’ACCADEMIA