Franco Mulas è nato nel 1938 a Roma. Studia pittura all’Accademia di Francia e alla Scuola d’Arte Ornamentale di Roma. Prendendo come soggetti i problemi della violenza e l’oppressione dei mass media, elabora le sue prime serie di dipinti: Week-end (Omaggio a Rosenquist) del 1967-1968, seguita da Occidente (1968-1969) dedicato al Maggio francese ed alla contestazione giovanile, con opere esposte sia alla Galleria La Nuova Pesa di Roma (1969), con testi critici di Dario Micacchi, Franco Solmi, Giorgio Cortenova, sia a Milano alla Galleria Bergamini (1970), presentato da Mario De Micheli. Seguono i cicli Pitture nere (1971-1972) e Itinerari (1974-1975). Partecipa alla Biennale d’Arte di Bolzano (1971), alla Quadriennale di Roma (1973), a Rivolta e Rivoluzione a Bologna (1972-1973), a Italianische Realisten 1945-1974 a Berlino (1974), alla Biennale di Venezia (1980), dove è presente nella Sezione architettura con il Gruppo GRAU con la sequenza di quattro quadri L’Albero rosso di Mondrian, esposta anche alla mostra Prove di Autori alla Pinacoteca Comunale di Ravenna (1980); seguono le Biennali (1984, 1989) e la Triennale di Milano (1992), le esposizioni Arte e Critica alla GNAM di Roma (1981), Pittura Italiana dal dopoguerra ai nostri giorni allestita a San Paolo del Brasile e Rio de Janeiro (1989); Figure della Pittura. Arte in Italia 1956-1968 a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto (1997). Tra le numerose personali quelle alla Galleria32 di Milano (1972), alla Galleria La Nuova Pesa di Roma (1974), alla Galleria Santa Croce di Firenze (1975), alla Galleria Il Ferro di Cavallo di Roma (1980) con la serie Autoritratto Identikit, esposta anche l’anno successivo alla mostra “Arte e Critica” presso la GNAM. Negli anni Ottanta, con il ciclo Finzioni, si accentua, nella sua linea di ricerca, l'interesse verso una natura divenuta metafora della condizione stessa del vivere. Queste opere saranno esposte nella mostra Finzioni alla Galleria Ca’ d’Oro di Roma (1985), a cui fa seguito un’antologica con opere dal 1967 al 1991 a Palazzo Braschi di Roma (1991) e Dipinti 1980-1998 a Palazzo dei Priori di Volterra (1998). Dalla fine degli anni Novanta si dedica al nuovo ciclo pittorico Schegge, esposto a Teramo alla Galleria Forlenza (2005) e, insieme ai cicli Finzioni e Big-Burg, all’EXMA di Cagliari (2006). Nel 2013 il Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese gli dedica l'antologica Franco Mulas. S-paesaggi. Opere del 1980 al 2013. Nel 2016 viene invitato alla mostra Fragili Eroi al Museo Carlo Bilotti di Roma. A luglio 2017, nelle sale del Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno espone 80 opere in una esauriente mostra antologica dal titolo Defrag, in cui espone anche le ultime opere dal titolo Calendari. Un mese dopo Mulas presenterà l'opera che rappresenterà lo stendardo della Quintana di Ascoli Piceno per l'anno 2017. Nel 2018 presenta la mostra antologica La storia del Paesaggio all’ARATRO, il Museo Laboratorio di arte contemporanea dell’Università del Molise. Dedica il 2019 a una rilettura dell’opera di Carlo Levi, con una serie di dipinti che saranno esposti ad Aliano e a Roma, e il 2021 a una rilettura della vita e dell'opera di Sant'Andrea Avellino, in occasione del V Centenario della nascita. Sono stati esposti al MIG di Castronuovo e nel Museo del Santo. Nel 2022 viene invitato a partecipare alla mostra Una storia nell'Arte. I Marchini tra impegno e passione all'Accademia Nazionale di San Luca. Il suo percorso artistico ottiene numerosi riconoscimenti ufficiali tra cui il Premio Suzzara, importante premio dedicato alla pittura figurativa (1995) e il Premio Presidente della Repubblica per la Pittura (1989) su designazione dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui è stato membro dal 1999. Muore a Roma il 3 marzo del 2023.
Franco Mulas
Pittore, Accademico dal 1999