Nasce a Nîmes nel 1936, dove vive e lavora. Studia all’École des Beaux-Arts di Montpellier (1955-59) e di Parigi (1962-63). È tra i fondatori del movimento “Support/Surfaces” (1969) che in Francia dà origine a una nuova riflessione sul concetto di Pittura, abbandonando la tela montata su telaio e rifiutando così la pratica tradizionale e industriale. Fin dagli anni ’60 Claude Viallat individua un elemento pittorico base che è tutt’oggi la sua caratteristica peculiare e distintiva, legata all’anti-forma. Questo elemento primitivo ed essenziale si libera dell’esperienza pittorica soggettiva: stampato ripetutamente su una serie di supporti, lo schema raggiunge la neutralità e l’anonimato della produzione seriale. Le sue tele disseminate di impronte instaurano un intenso dialogo con il colore e si dotano di un’insolita leggerezza data dal supporto mobile e non comune. Nel corso degli anni si è anche dedicato al lavoro di insegnante nelle scuole d’arte di Nizza, Limoges, Marsiglia, Nimes (dove è stato direttore per molti anni), poi all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts de Paris. Oltre alle numerose partecipazioni a rassegne come membro del gruppo “Supports/Surfaces”, Claude Viallat ha esposto in mostre personali in istituzioni quali: Musée Matisse, Nizza (2018), Casa França – Brasil, Rio de Janeiro (2017), Musée Fabre, Montpellier (2014), Institut français, Tanger (2013), La Verrière – Fondation d’entreprise Hermès, Bruxelles (2010), Musée des Beaux Arts, Nîmes (2008), Fondation Van Gogh, Arles e Musée de la Poste, Parigi (2007), Centre européen d’actions artistiques contemporaines, Strasburgo (2006), Musée Matisse, Le Cateau-Cambresis (2005), Galerie Nationale de Bosnia-Herzégovine, Sarajevo (2001), Musée d’Art Moderne, Saint-Etienne (2000), Institut Français, Firenze (1998), Museum moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna e Institut Français, Tel Aviv (1995), Académie Libanaise des beaux arts, Beirut (1994), Museo Nazionale di Belle Arti, Ankara (1992), Centre Georges Pompidou, Parigi e Institut français, Atene (1991), Centre culturel français, Séoul (1990), Institut français, Colonia (1988), Mücsarnok, Budapest (1987), Kunsthalle, Düsseldorf (1983), Musée des Beaux-Arts, Montréal (1982), Palais des Beaux Arts, Bruxelles e Van der Heydt-Museum, Wuppertal (1976). Tra le collettive più recenti in istituzioni si ricordano: Palais des Beaux-Arts, Parigi (2018), Carré d’Art, Nîmes (2017), Centre Georges Pompidou, Metz (2014), MAMAC, Nizza (2013), Museum im Kulturspeicher, Würzburg (2012), Musée Matisse, Le Cateau-Cambresis (2009), Galleria civica d’Arte Moderna, Spoleto (2007), Musée d’art et d’Industrie, Saint Etienne (2006), CAPC, Bordeaux (2005), Musée de Marrakech (2004), Musée de Valence (2003), FRAC Bretagne, Rennes (2002), Palazzo Rospigliosi, Roma (2001). A Claude Viallat è stata dedicata una sala personale alla Biennale di Venezia del 1988. La sua collaborazione con la Galleria Fumagalli inizia nel 2003, quando espone un grosso nucleo di opere recenti. Per l’occasione è pubblicata una monografia (coedizione Edizioni Galleria Fumagalli/Charta) con testi di Luca Massimo Barbero e Annamaria Maggi. Del 2009 è la seconda personale “Toiles, objets, cordes et filets”. Nel 2014 presso Spazioborgogno di Milano è allestita la mostra “La semplicitè evidénte”, in collaborazione con il Museo Pecci.