Introduce
Claudio Strinati
Intervengono
Alberta Campitelli
Martina De Luca
Rosanna Cappelli
Sarà presente l’autrice del volume
Il saggio esamina il contributo dell’Italia alla cultura contemporanea e le sue prospettive future ricorrendo a un punto di vista insolito, che combina gli approcci filosofico, storico, artistico ed economico.
L’autrice, Maria Vittoria Marini Clarelli, storica dell’arte e per oltre vent’anni dirigente del Ministero della cultura, inizia evocando due scenari estremi. Il primo è impossibile: “Immaginiamo che l’Italia non sia mai esistita: quali sarebbero gli effetti di questa assenza geografica sulla storia e sulla cultura del mondo? Tali e tanti da risultare quasi incalcolabili. Non cambierebbero solo l’arte, la letteratura, la musica ma anche la geografia e il diritto, la scienza e la tecnica”. L’altro è distopico: “Immaginiamo invece che l’Italia sprofondi nel mare adesso, ‘nel corso di un giorno e di una notte’, come Atlantide. Quali sarebbero le conseguenze per il resto del mondo?”.
Partendo da queste premesse, Marini Clarelli conduce il lettore in un viaggio attraverso le politiche culturali di un paese che ha una tale abbondanza e varietà di risorse, da rendere complessa la loro condivisione e trasmissione facendole anche fermentare per il futuro.
Il volume si compone di quattro capitoli. Il primo analizza le caratteristiche dell’eredità culturale degli italiani, nel duplice aspetto di retaggio e patrimonio, di privilegio e onere. Nel secondo si considerano i diritti culturali, che l’Italia si è impegnata ad applicare ratificando ogni trattato internazionale esistente, ma senza coglierne l’importanza cruciale che li sta ponendo al centro di controversie globali. Il terzo è dedicato all’evolvere delle forme di possesso e gestione dell’eredità culturale che impongono di ripensare i rapporti fra pubblico e privato, anche alla luce del protagonismo del cosiddetto terzo settore. Il quarto e ultimo capitolo parla di umanesimo e scienze, di politica e lavoro, di rapporti fra intellettuali e potere, giungendo a conclusioni problematiche ma tutt’altro che negative
Maria Vittoria Marini Clarelli è stata dirigente storico dell’arte del Ministero della cultura dal 2001 al 2025. Si è occupata di circolazione internazionale dei beni culturali, di rapporti con l‘Unione Europea e l’UNESCO, di formazione professionale, di arte e architettura contemporanea e rigenerazione urbana. Ha diretto per dieci anni la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e per tre la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Ha insegnato museologia presso la Facoltà di architettura dell’Università La Sapienza di Roma, al Master sulla comunicazione museale dell’Università di Tor Vergata e attualmente è professore di museologia presso la Pontificia Università Gregoriana. È stata consulente per l’arte contemporanea della Banca europea degli investimenti, membro del Consiglio di orientamento strategico del Grand Palais di Parigi e membro del consiglio di amministrazione dell’Università di Roma Tre. È nel comitato scientifico di collane editoriali e riviste e autrice di numerose pubblicazioni.
M. V. Marini Clarelli, Italia, o cara. Con la cultura si diventa grandi, Electa, Milano 2025