sede della presentazione del volume
ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA
via Poli 54, Roma (Sala Dante)
introducono
Marco Tirelli Presidente Accademia Nazionale di San Luca
Arnaldo Colasanti Presidente della Fondazione Toti Scialoja
intervengono
Fabio De Chirico, Direzione Generale Creatività Contemporanea, Ministero dei Beni culturali
Bruno Corà, storico dell’arte
Nunzio, artista
sarà presente il curatore del volume
Il catalogo generale di Toti Scialoja (Roma, 1914 - 1998) documenta l'opera su tela e occasionalmente su altri supporti rigidi, e le sculture realizzate dall'artista tra il 1940 e il 1998. L'ampio corpus di opere viene ricostruito partendo dalla collezione dell'artista e da una assortita messe di cataloghi, libri, fotografie d'epoca spesso annotate e documenti (in primis la vasta corrispondenza) raccolti dall'artista nel corso dei decenni, patrimonio della Fondazione Toti Scialoja di Roma e oggetto di un fondamentale e certosino lavoro di studio che ha permesso di rintracciare, oltre a mostre e voci bibliografiche inedite, opere disperse o dimenticate e di ricostruirne i passaggi collezionistici. A questo si affianca il puntuale regesto biografico, che permette di ricomporre le tante vicende che hanno visto Toti Scialoja protagonista di disparate espressioni nella cultura del suo tempo: in primis artista, ma anche docente e direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma - dove ebbe come allievi molti artisti contemporanei tra i quali Pino Pascali e Jannis Kounellis - e teorico del proprio lavoro, spaziando in più campi espressivi come la poesia, la critica d'arte e letteraria, il teatro. Negli anni Scialoja ha allargato la sua attività alle esperienze più avanzate della ricerca artistica internazionale e il suo ruolo di grande maestro viene oggi universalmente riconosciuto.
Toti Scialoja (1914-1998) esordì come pittore nel 1937; dopo una prima esperienza espressionista, legata alla scuola romana, giunse dal 1955 all’astrattismo e sperimentò tecniche diverse, dal dripping all’uso di stracci impregnati di colore, dallo stampaggio agli inserti materici. Le sue opere, strutturate negli anni Settanta in elementi geometrici ritmicamente scanditi, dopo il 1982 riproposero un linguaggio di matrice gestuale. Direttore (1982) dell’Accademia di Belle Arti di Roma, dal 1988 realizzò anche sculture. Parte integrante della sua ricerca fu il lavoro per il teatro, al quale si dedicò collaborando con scrittori, musicisti, registi e coreografi d’avanguardia (Vito Pandolfi, Aurel Milloss, Roman Vlad). Tra i suoi allestimenti si ricordano L’opera dello straccione di John Gay (1943, proibita dalle autorità fasciste); i balletti Marsia di Luigi Dallapiccola (1948) e Il principe di legno di Béla Bartók (1950); Traumdeutung di Edoardo Sanguineti (1964), Il Ratto di Proserpina di Pier Maria Rosso di San Secondo (1986). Oltre che in prose liriche (I segni della corda, 1952), la sua vocazione poetica si espresse in numerose raccolte di versi (alcune da lui stesso illustrate) ricche di umorismo, giochi verbali e nonsense (Amato topino caro, 1971; Scarse serpi, 1983; Le sillabe della Sibilla, 1988; I violini del diluvio, 1991). Di Toti Scialoja sono apparsi presso Quodlibet Tre per un topo (2014, 2019) e La zanzara senza zeta (2018).
Toti Scialoja. Catalogo generale dei dipinti e delle sculture 1940-1998, a cura di G. Appella, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2024