(Possagno 1757 - Venezia 1822)
Ricevuti i primi rudimenti dal nonno Pasino, tagliapietre e scultore locale, Canova dimostra fin dai primi lavori il suo eccezionale talento. Grazie all’intercessione del senatore Falier, presso la cui villa era impegnato Pasino, Canova entra nello studio Bernardi-Torretti a Venezia e realizza la sua prima opera, Orfeo ed Euridice. Nel 1779 intraprende il suo primo viaggio a Roma, dove entra in contatto non soltanto con il mondo artistico romano ma anche con intellettuali, eruditi e scienziati. Tale esperienza, rivelatasi fondamentale per la sua arte, lo segna anche sotto il profilo umano e culturale. Infervorato dalla riscoperta di valori dell’antichità classica, Canova inizia una entusiastica attività di studio e copia delle opere antiche e moderne, compiendo numerosi viaggi alla riscoperta del passato. Nel 1781 l’ambasciatore Zulian gli commissiona un gruppo in marmo, Teseo vincente sul Minotauro, che ne decreta la fama. L’assimilazione degli ideali classicisti, riproposti secondo la sua personale convinzione che non si dovesse copiare scolasticamente con distacco ma “consultare i capi d’opera per studio, confrontandoli con la natura, per quindi rilevarne i pregi e servirsene all’uso proprio…”come i Greci che sceglievano “dalla natura il più bello” (D’Este 1864, p. 20), sono già chiaramente visibili in questa opera. L’enorme successo conseguito durante il soggiorno romano favoriscono la sua elezione presso l’Accademia di San Luca ad accademico di merito nel 1800.
Per il monumento funebre di papa Clemente XIII Rezzonico da erigersi nella basilica di San Pietro, commissionato a Canova nel 1773 dal principe Abbondio Rezzonico lo scultore progetta un impianto dominato dalla figura genuflessa in preghiera del pontefice e, a un livello più basso, un Genio funebre con la fiaccola rovesciata a destra, l’allegoria della Religione a sinistra, ed al centro, in rilievo sul sarcofago, la Carità e la Speranza.
I contatti tra Rezzonico e Canova iniziano nel 1781 ma il monumento viene inaugurato nel 1792. In Accademia di San Luca è conservato il monumentale modello in gesso della testa del pontefice che ancora conserva, sulla superficie del volto, l’originaria ceratura finale. La trattazione del viso - in contrasto con la ruvida trattazione della superficie della capigliatura e del piviale - contribuisce a rendere ancora più potente la lenticolare analisi del personaggio ritratto. Canova realizza il modello in gesso dell’Accademia nel 1784-86 ed inizia a lavorare alla versione in marmo del papa dal 10 settembre del 1878.
Nella Gipsoteca di Possagno è conservato un calco del marmo della testa di Clemente XIII ed una maschera in gesso. Non vi è memoria dell’ingresso dell’opera nelle collezioni accademiche ad eccezione di una notazione inserita in una guida del 1882, nella quale la testa è annoverata tra i doni degli autori.
Elisa Camboni, Paola Picardi
La riproduzione digitale della scultura è stata eseguita con il contributo della Regione Lazio, Direzione Cultura e Lazio Creativo, Area Servizi Culturali e Promozione della lettura, L.R. n. 24/2019, Piano 2022